L’AMIANTO

Principalmente è dannoso se inalato. Le sue fibre sono talmente sottili che l'organismo non riesce a smaltilrle depositandosi, negli alveoli polmonari dando in molti casi sfogo a varie forme di tumore dell'apparato respiratorio.

Nelle case, negli anni passati l'amianto è stato utilizzato principalmente nelle tubazioni di scarico dei bagni o dei pluviali, cassoni dell'acqua generalmente presenti nelle soffitte o cantine, canne fumarie, cappe delle cucine, lastre ondulate o tegole utilizzate prettamente per tettoie, garage, capanne, e soprattutto per la copertura di tetti. In maniera più rara un'altro utilizzo veniva fatto con delle lastre poste dietro i caloriferi. Queste in linea di massima sono le principali forme di utilizzo anche in base a i nostri interventi quotidiani di rimozione. Ciò non toglie che si possa in maniera minore trovarlo anche in altri manufatti.

La pericolosità sta nell'usura, bandito in maniera definitiva nel 1992, ad oggi come minimo il manufatto avrebbe venti anni. Trascorsi così tanti anni e con l'aggravarsi dell'inquinamento atmosferico sono sorti i primi problemi relativamente a questo tipo di manufatti. Infatti le piogge tendono a disgregare la matrice cementizia dell'impasto cemento-amianto, la sua continua erosione aumenta la porosità delle lastre e le fibre d'amianto, prima ben inglobate nel cemento, si disperdono nell'ambiente diventando ben presto una minaccia per la salute dell'uomo.

Si calcola che, in Italia, a causa dell’amianto, muoiano circa 3.000 persone l’anno. Nell’area più industrializzata del pianeta (Europa occidentale, Scandinavia, Nord America, Giappone e Australia) nel 2000 si stimavano 20.000 casi di cancro del polmone e 10.000 casi di mesotelioma.